The Gethsemane Project: Excavations, Materials and Chronology

Giovedì 9 aprile, nella sala San Francesco del convento di San Salvatore, si è tenuto un incontro di aggiornamento sugli ultimi scavi condotti al Getsemani (Valle del Cedron) nell’area di proprità della Custodia di Terra Santa. Titolo dell’incontro è stato “The Gethsemane Project: Excavations, Materials and Chronology”.

Nel saluto di apertura il Decano dello Studium Biblicum Franciscanum ha ricordato che già il 21 dicembre 2020 era stata organizzata, in collaborazione con l’Israel Antiquities Authority, una conferenza stampa per presentare i ritrovamenti archeologici rinvenuti al Getsemani, tra i quali spiccava la miqveh del periodo del Secondo Tempio, venuta alla luce nei lavori per la realizzazione del tunnel che collega l’area della basilica dell’Agonia alla Valle del Cedron.
In quell’occasione erano presenti in rappresentanza dell’IAA gli archeologi Amit Re'em e David Yeger, per i francescani il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, l'archeologo padre Eugenio Alliata e il Decano dello SBF, fra Rosario Pierri.

In questo secondo incontro si è imposto, come tema principale, la cronologia del sito e la conciliazione dei dati offerti dalle più recenti acquisizioni scientifiche in campo di datazione (mediante la misurazione e la valutazione dei dati forniti dal Carbonio 14) e le metodologie scientifiche consuete applicate dagli archeologi mediante la classificazione dei ritrovamenti (iscrizioni, ceramica, monete, ecc.).

Sono intervenuti nell’ordine la professoressa Elisabetta Boaretto (Weizmann Institute of Science), l’archeologo David Yeger (Israel Antiquities Authority), la dottoressa Johanna Regev (Weizmann Institute of Science), l’archeologo padre Eugenio Alliata (Studium Biblicum Franciscanum).

Nel dibattito che ne è seguito è intervenuto anche l’archeologo Amit Re'em (Israel Antiquities Authority), direttore dei recenti scavi al Getsemani.

Nel concludere l’incontro, il Decano dello SBF ha sottolineato come la scoperta del tutto inattesa della miqveh conferma quanto la Tradizione ci trasmette da 2.000 anni riguardo alla natura del luogo e circa la sua destinazione alla coltivazione dell’olivo. Una visione d’insieme più approfondita, ha aggiunto, si potrà avere solo con la stampa del volume sugli scavi. La pubblicazione apparirà nella collana Collectio Maior dello SBF.

Il titolo dell’incontro ha richiamato un buon numero di persone che hanno gremito la sala e hanno mostrato grande interesse all’argomento.